Barriera Mobile 1
Chiara Pirito, Edoardo Cinalli, Arianna Merlo e Giulia Nota.
A cura di Emanuele Catellani
7 giugno – 16 luglio 2009
Se si cerca il termine barriera su un qualunque dizionario, si trova la definizione di “ostacolo per segnare un confine o per impedire un passo o un accesso, impedimento, …”.
Se, invece, la ricerca si concentra su mobile si trova “che può essere mosso, spostato, trasportato da un luogo a un altro, non fisso, che si muove, che è in movimento”.
Se, infine, si uniscono i due termini non si può che creare un ossimoro: barriera mobile, ovvero un qualcosa di statico che segna un confine, ma che può essere spostato, mosso e cambiato.
Proprio da questo ossimoro si è deciso di partire per dare vita al Progetto Barriera Mobile cui hanno partecipato 32 alunni, di diverse etnie, delle 4 Scuole Medie Statali presenti nel quartiere di Torino “Barriera di Milano” (S.M.S N. Bobbio, I.C. Leonardo da Vinci, I.C. Cena – Scuola Media Martiri del Martinetto, SMS Viotti).
Con il coordinamento di tre studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino – Edoardo Cinalli, Arianna Merlo e Giulia Nota -, gli allievi delle Scuole Medie hanno cercato di spostare il confine che li circonda per modellarlo con la fantasia a loro piacimento. Hanno, così, elaborato nuove prospettive per il quartiere e per loro stessi. Attraverso incontri, dibattiti, disegni, interviste audio e anche con l’utilizzo di videofonini hanno registrato, fotografato e ripreso le sensazioni, le abitudini della strada, gli sguardi complici di un amico o la quotidianità dei familiari… insomma, la vita di tutti i giorni. Sono riusciti così, quasi per magia, a far interagire culture diverse che si manifestano in ragazzi accomunati non solo dall’età, ma anche dai sogni e dal contesto in cui vivono.
Il materiale raccolto dagli studenti dell’Accademia in mesi di laboratori con gli alunni delle Medie è servito a dar vita a tre lavori: due video e una mostra.
Dei due video, uno è stato realizzato con le immagini e i video fatti con i videofonini, a cui sono stati aggiunti cartoni animati, disegni e musica, il tutto montato e seguito da Edoardo Cinalli, Arianna Merlo e Giulia Nota, con la supervisione della Professoressa Elisabetta Ajani dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Il secondo video è stato realizzato dalla video-artista Chiara Pirito ed è un cortometraggio nuovo, ideato e pensato sulla base del materiale raccolto nei mesi precedenti.
Infine, la mostra – allestita negli spazi espositivi di Barriera – vuole essere un percorso artistico, didattico e conoscitivo del Progetto in cui i fruitori possono immedesimarsi e riviverlo.
L’esposizione è stata pensata per essere immediatamente godibile, ma allo stesso tempo equilibrata e densa dei significati emblematici che si ritrovano all’interno del percorso fatto dagli allievi.
Si è deciso di allestire una mostra di carattere non prevalentemente sociologico e statistico relativo al quartiere “Barriera di Milano”, ma di creare un’esposizione in cui questi elementi sono presenti e inglobati in un contesto artistico: d’altronde la mostra è frutto del lavoro degli allievi delle Scuole Medie e proprio per loro e “con loro” doveva essere costruita.
Un’esposizione lieve, quindi, senza troppi grafici o statistiche, ma con immagini che rimandano a significati e contesti a volte anche del tutto personali.
Immagine simbolica e “luogo” allegorico della mostra e del Progetto è l’opera in cui tutti i paesi d’origine degli alunni partecipanti al Progetto (Albania, Bulgaria, Cina, Egitto, Italia, Marocco, Perù e Romania) sono assemblati graficamente per formare un unico continente, ovvero il Continente Barriera Mobile.
Così l’ossimoro diventa meno paradossale.
Emanuele Catellani