The Road to (Art) Object — Conferenza di Graham Harman
A cura di Clara Madaro, Vincenzo Santarcangelo e Chiara Principe.
In collaborazione con Barriera, Cripta, CAP10100, PAV e Progetto Diogene.
10.06.2017
Dopo una primavera metafisica con Road To Objects, incontriamo il filosofo Graham Harman per affrontare insieme i temi emersi durante l’esperienza teorica collettiva di lettura dei suoi testi dell’ Object Oriented Ontology (OOO). Il bisogno di tornare alle cose in sé che si è sviluppato in questi anni nell’arte e nella filosofia apre varie domande: che cosa sono gli oggetti in generale e quegli oggetti chiamati oggetti d’arte in particolare? Se l’oggetto reale non è riducibile né alle nostre rappresentazioni oggettive, né a quelle soggettive e il nostro autentico rapporto con esso non è riducibile né a quello scientifico, né a quello del senso comune, allora tra questi due modi di conoscere si apre la possibilità di un’alleanza tra arte e filosofia. L’artista e il filosofo sono cacciatori non letali di oggetti, perché non si fermano alle condizioni oggettive e soggettive della conoscenza, ma attraverso allusioni, trucchi e pensieri obliqui introducono un modello erotico della conoscenza in cui il reale non può essere conosciuto, ma soltanto amato. L’artista in questo senso è l’unico che riesce a intrattenersi con l’oggetto in sé, seppur in maniera indiretta, perché si introduce nella tensione tra oggetto reale e oggetto sensuale, esplorando liberamente la causalità.